Gli alimenti proposti ogni giorno sulle nostre tavole hanno delle specifiche proprietà, cioè sono fonti di macronutrienti (proteine, carboidrati e lipidi) che costituiscono la fonte di energia per il nostro organismo e sono anche precursori bio-strutturali. I macronutrienti prima citati si trovano in concentrazioni e in rapporti diversi nei vari alimenti; allo stesso tempo gli alimenti contengono anche micronutrienti (vitamine e sali minerali).
Bisogna tenere a mente che tanti di questi alimenti possono perdere una parte delle loro proprietà durante le fasi di lavorazione (produzione, confezionamento, distribuzione e conservazione) e durante la cottura.
Un esempio potrebbe essere la frutta, un alimento da consumare perlopiù crudo, che può andare incontro ad una significativa diminuzione delle concentrazioni di vitamine e sali minerali anche se non sottoposta a cottura. Ciò si verifica quando la conservazione dura troppo a lungo o non è ottimale. Ecco perché è bene consumare cibi freschi e in particolare frutta che non sia già stata raccolta da tempo. Spesso un indicatore della freschezza può essere lo stato delle foglie raccolte insieme al frutto (verdi e aperte per frutti raccolti di recente; gialle-marroni e accartocciate per frutti raccolti da tempo).
Altro caso riguarda le verdure che spesso, anche se fresche, vengono cotte con procedimenti di cottura che incentivano la perdita dei vari micronutrienti. Sarebbe più opportuno scegliere per questi alimenti una cottura al vapore, a bagnomaria o una scottatura veloce, ecc.
Si presuppone, inoltre, che gli alimenti che assumiamo non debbano contenere sostanze che in alte concentrazioni potrebbero essere nocive o di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine. Come per esempio alcune specie di pesce che arrivano sulle nostre tavole con concentrazioni di contaminanti (tra cui mercurio) dannosi, soprattutto se provenienti da acque extraeuropee e quindi non sottoposte a controlli regolamentati dalla comunità europea.
Oppure potremmo parlare del caso degli animali da allevamento intensivo che spesso vengono trattati con ormoni della crescita e/o con antibiotici rispettivamente per accelerare la crescita e quindi ridurre il più possibile il periodo di allevamento, ed evitare che gli animali si possano ammalare. Sarebbe preferibile, quando possibile, consumare carni provenienti da allevamenti di tipo estensivo.
In conclusione, la tanta attenzione agli alimenti che si scelgono, e soprattutto alle relative porzioni che assumiamo, non ha molto senso se non vengono considerati altri fattori legato alla produzione, lavorazione e preparazione che influiscono sulle proprietà di ciò che mangiamo.
sabato 16 febbraio 2019
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