È importante stabilire la composizione del nostro corpo per poter definire lo stato nutrizionale e di idratazione, ed inoltre per monitorare le variazioni dei diversi compartimenti durante il percorso nutrizionale. Per farlo ci si può sottoporre all’esame impedenziometrico, che è uno degli esami più efficaci, descritto nell’articolo.
La valutazione della composizione corporea e dello stato nutrizionale può essere fatta attraverso diverse metodiche. Le più utilizzate sono quelle antropometriche, che prendono in esame valori come peso, altezza, circonferenze e pliche cutanee. Esse sono di facile esecuzione e non sono invasive, ma presentano dei limiti. Infatti l’indice di massa corporea (BMI), che mette in relazione il peso e l’altezza associando ad una determinata statura un peso ideale corrispondente, permette di classificare il soggetto nelle seguenti condizioni: sottopeso, normopeso, sovrappeso, obesità di I°, II° e III° grado. Tale indice presuppone che l’eccesso ponderale sia direttamente correlato ad un aumento di grasso corporeo, ma ciò non sempre è vero in quanto anche l’aumento di massa muscolare o i liquidi in eccesso (ritenzione idrica) possono determinare un aumento di peso.
Perdere peso monitorando solo il BMI significherebbe dare per scontato che i chili persi siano di massa grassa, facendo così valutare il soggetto come dimagrito, quando in realtà, soprattutto chi segue regimi dietetici molto drastici e che provocano un calo ponderale veloce (oltre ad essere responsabili di possibili danni o carenze nutritive), la componente che maggiormente subisce un decremento è la massa muscolare, e ciò non vuol dire dimagrimento.
Anche la misurazione delle circonferenze è molto utile per valutare la condizione iniziale e i miglioramenti del soggetto, infatti alcune di esse, a seconda dei punti di repere, danno indicazioni sulla muscolatura piuttosto che sul grasso corporeo. Una delle più importanti è la circonferenza vita, in quanto è direttamente proporzionale al grasso viscerale che è a sua volta correlato alle malattie metaboliche e all’obesità. Quindi è una semplice misurazione che ci dice molto, ma anch’essa può essere influenzata da varie condizioni: l’accumulo di aria a livello intestinale o l’aumento di ritenzione idrica tipica della fase premestruale delle donne possono alterare la misura.
Le pliche cutanee, invece, sono uno strumento che permette di risalire alla percentuale di grasso corporeo a partire dal grasso sottocutaneo, però nei soggetti che hanno un eccesso di grasso viscerale (impossibile da misurare con questa metodica) diventa difficile risalire alla percentuale di grasso corporeo senza un errore significativo.
Nella pratica quotidiana capita spesso di vedere persone che si meravigliano di risultati inaspettati. Ad esempio si sorprendono di non avere una perdita di peso ma solo di centimetri; oppure in seguito all’inizio di attività fisica, pur seguendo la dieta, nel primo periodo non presentano un calo di peso importante. Ovviamente interpretare questi risultati è competenza del nutrizionista, che deve rassicurare e informare i soggetti delusi perché ancora troppo legati al peso come indice di dimagrimento.
Pertanto è utile dare all’assistito dei risultati che riguardano in maniera distinta i vari compartimenti corporei, inoltre valutare le diverse componenti è altrettanto importante anche per gli sportivi o gli atleti, per chi ha problemi di ritenzione idrica, per i soggetti sottopeso o malnutriti, per chi è affetto da patologie che influenzano la composizione corporea, e quindi non solo per coloro che devono dimagrire.
La metodica che può fornire questi risultati è la bioimpedenziometria o esame impedenziometrico. L’esame si basa sul principio fisico dell’impedenza: in sostanza trasmettendo una corrente di bassissima tensione attraverso degli elettrodi applicati su mano e piede si riesce a rilevare la resistenza che il nostro corpo oppone a tale corrente, riuscendo a quantificare l’acqua corporea totale ed a discriminare l’acqua extracellulare e l’acqua intracellulare, ricavando massa magra, massa metabolicamente attiva, massa grassa, stato di idratazione (e di conseguenza disidratazione) o ritenzione idrica. I dispositivi che permettono di fare quest’esame sono molti e con caratteristiche diverse. Personalmente utilizzo un dispositivo che effettua una misura della reattanza capacitativa, della resistenza e quindi dell’angolo di fase. I dati ottenuti vengono graficati nel Biavector e nel Biagram grazie ai quali si ha un’istantanea dello stato nutrizionale e dello stato di idratazione.
In conclusione, l’utilizzo di questa metodica permette di aver chiaro come si modificano le varie componenti corporee durante un trattamento dietetico, nonché di valutare la condizione iniziale e anche di monitorare i miglioramenti. Se vogliamo sapere di cosa sono fatti i nostri chili e quale compartimento corporeo si sta modificando la cosa più utile da fare è sottoporsi ad un esame impedenziometrico.
Per altre informazioni e contatti andare su Domino Nutrizionisti o visitare la pagina facebook.